Dr. Luca Bello

Sono medico specialista in Ginecologia e Ostetricia e attualmente lavoro come dirigente presso il Centro Multidisciplinare per la Salute Sessuale dell’ASL Città di Torino. Mi occupo in particolare di ginecologia del basso tratto genitale, sindromi dolorose femminili e salute sessuale, con ruoli di responsabilità clinica, formativa e scientifica.

Dolore Pelvico Cronico: cause, diagnosi e trattamenti

Dolore Pelvico Cronico Centro Salute Pelvi Torino

Il dolore pelvico cronico (DPC) rappresenta una condizione complessa e invalidante, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo coinvolgendo molteplici strutture anatomiche. Non si tratta semplicemente di un dolore localizzato: è spesso l’espressione di un insieme di disfunzioni muscolari, neurologiche, urologiche o gastrointestinali, che interagiscono tra loro e influenzano profondamente la qualità della vita.

Comprendere a fondo le cause, i sintomi e le modalità di diagnosi è il primo passo per intervenire in modo efficace, attraverso un approccio terapeutico personalizzato e multidisciplinare.

Cos’è il dolore pelvico cronico o persistente

Il dolore pelvico cronico è definito come una sensazione dolorosa localizzata nella regione pelvica, che persiste o si ripresenta per un periodo superiore ai sei mesi, senza necessariamente essere collegata a una singola patologia evidente. 

Può coinvolgere organi riproduttivi, urinari, gastrointestinali, strutture muscoloscheletriche e nervose, generando un quadro clinico complesso. Sebbene più frequentemente diagnosticato nelle donne, anche gli uomini possono esserne affetti, con manifestazioni sintomatiche differenti ma altrettanto impattanti sulla qualità della vita. 

Il dolore può essere continuo o intermittente e si associa spesso a disturbi urinari, intestinali, sessuali o muscolari.

Sintomi e manifestazioni del dolore pelvico cronico

Il dolore pelvico cronico nelle donne  può presentarsi con una vasta gamma di sintomi, diversi per intensità, frequenza e localizzazione. Vediamoli nel dettaglio.

Dolore persistente o intermittente nella parte bassa dell’addome, nella zona pelvica o nella parte inferiore della schiena

Il dolore può essere costante o presentarsi a episodi intermittenti, localizzandosi nella pelvi, nell’addome inferiore o irradiando alla zona lombare o arti inferiori, lungo la coscia. Può avere caratteristiche diverse — sordo, trafittivo, bruciante o simile a scosse elettriche — e talvolta peggiora in posizione seduta o dopo attività fisiche prolungate.

Le cause possono includere infiammazione, disfunzioni muscolo-scheletriche o neuropatiche.

Disagio durante o dopo il rapporto sessuale

La dispareunia, ossia il dolore durante o dopo il rapporto sessuale, è un sintomo frequente nelle donne con DPC. Spesso è correlata a condizioni come l’endometriosi o vulvodinia, ipertono della muscolatura perineale, fibromialgia, neuropatie singole o multiple che provocano infiammazione e irritazione delle strutture pelviche.

Problemi urinari

I disturbi urinari sono comuni e includono difficoltà a iniziare la minzione (esitazione), flusso debole o intermittente, e la necessità di spingere per urinare. Questi sintomi sono generalmente associati a ipertono o mancato rilassamento dello sfintere uretrale esterno, che impedisce il completo svuotamento vescicale, causando residui urinari post-minzionali. Ne derivano frequenti stimoli minzionali diurni (pollachiuria) e notturni (nicturia), con un aumentato rischio di cistiti ricorrenti e peggioramento del dolore pelvico.

Problemi intestinali

Possono comparire stitichezza, dolore durante la defecazione e sensazione di evacuazione incompleta. Questi sintomi sono frequenti in associazione con la cistite interstiziale e patologie del pavimento pelvico, come la sindrome del colon irritabile (IBS). È ben documentata la sovrapposizione tra disturbi pelvici e gastrointestinali, con molte pazienti che presentano sintomi misti.

Sensazione di pesantezza o di blocco nella zona pelvica

Molte donne riferiscono una sensazione di pressione, pesantezza o blocco all’interno della pelvi. Tale sintomatologia è spesso legata a disfunzioni muscolari del pavimento pelvico, come l’ipertono muscolare o la sindrome del muscolo piriforme, che possono contribuire al disagio pelvico cronico.

Dolore rettale

Il dolore localizzato nella regione rettale può manifestarsi con fitte improvvise o dolori prolungati, che normalmente peggiorano mantenendo la posizione seduta. Questa sintomatologia può essere connessa a disfunzioni muscolari, infiammazioni, problematiche neurologiche a livello pelvico o traumatismi al coccige.

In sintesi, il dolore pelvico cronico si presenta attraverso una varietà di sintomi che influiscono profondamente sulla qualità della vita. Il trattamento efficace richiede un approccio personalizzato, che affronti ogni aspetto del dolore e dei sintomi associati.

Cause del dolore pelvico cronico femminile

Il dolore pelvico cronico riconosce quasi sempre un’origine multifattoriale: diverse cause concorrono a mantenere uno stato di tensione e infiammazione nella zona pelvica, spesso rendendo difficile individuare un solo responsabile. Tra i fattori più comuni troviamo:

  • Alterazioni posturali, come scoliosi, ernie discali, dismetrie degli arti inferiori o problemi di appoggio del piede (piede piatto, valgo, varo o condizioni dolorose come il neuroma o il piede di Morton). Anche problematiche della mandibola, come la malocclusione o il bruxismo, possono riflettersi sulla postura generale, influenzando il bacino.

  • Contrazione cronica della muscolatura pelvica, dovuta ad abitudini posturali scorrette o a un eccessivo controllo volontario, ad esempio mantenendo costantemente contratti i glutei o l’ano o posticipando la minzione, con conseguente irrigidimento dei muscoli del pavimento pelvico.

  • Stress psico-fisico, che contribuisce all’aumento del tono muscolare e all’iperattivazione delle strutture nervose che controllano l’area pelvica, alimentando un circolo vizioso tra tensione e dolore.

  • Eventi traumatici, come cadute sul coccige, che possono causare lussazioni o modifiche della curvatura del coccige, alterando i rapporti tra ossa, muscoli, tendini e nervi, con conseguente dolore e disfunzioni pelviche.
  • Infezioni urinarie: Le infezioni urinarie, soprattutto se ricorrenti, possono provocare infiammazione persistente della vescica e delle vie urinarie inferiori. In particolare: Cistite interstiziale: una forma cronica di infiammazione della vescica che causa dolore pelvico, urgenza minzionale e frequenza urinaria.

  • Uretrite cronica: può generare dolore localizzato nella zona pelvica e perineale. Queste condizioni, se non trattate adeguatamente, possono sensibilizzare i nervi pelvici e contribuire alla cronicizzazione del dolore.

  • Infezioni vaginali e malattia infiammatoria pelvica (PID): Le infezioni vaginali, soprattutto quelle sessualmente trasmissibili, possono estendersi agli organi riproduttivi superiori (utero, tube di Falloppio, ovaie), causando la cosiddetta malattia infiammatoria pelvica (PID): La PID è spesso causata da batteri come Chlamydia trachomatis o Neisseria gonorrhoeae, ma anche germi comuni possono esserne la causa. Può provocare infiammazione cronica, aderenze e cicatrici negli organi pelvici, con conseguente dolore persistente. Se non trattata, può portare quindi a complicazioni come sterilità, gravidanze ectopiche e ascessi addominali.

Il dolore pelvico cronico femminile è quindi il risultato di un complesso intreccio tra fattori fisici, posturali, emotivi e talvolta traumatici, che devono essere riconosciuti e trattati in modo integrato.

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Diagnosi del dolore pelvico cronico

La diagnosi di dolore pelvico cronico femminile è complessa e prevede diversi step. Li vediamo di seguito nel dettaglio.

1. Esame fisico e anamnesi

Durante il colloquio, si indagano:

  • Durata, frequenza e localizzazione del dolore: è essenziale comprendere se il dolore è continuo o intermittente, e se è confinato nella zona pelvica o se si irradia ad altre aree come la parte bassa della schiena o le gambe.
  • Sintomi associati: bisogna anche capire se sono presenti sintomi come dispareunia (dolore durante o dopo il rapporto sessuale), disuria (dolore durante la minzione) o difficoltà gastrointestinali (come stitichezza o dolore durante la defecazione).
  • Fattori scatenanti e sollievo: si esplorano attività che possono peggiorare o migliorare il dolore, come il ciclo mestruale, l’attività sessuale, l’esercizio fisico o la posizione corporea.

Un elemento cruciale dell’esame obiettivo è la palpazione dei muscoli del pavimento pelvico per via vaginale e/o rettale. In molti casi si riscontra un ipertono doloroso dei muscoli elevatori dell’ano, che può rivelare la presenza di Trigger Points: aree estremamente sensibili che, stimolate, riproducono il dolore riferito dalla paziente.

2. Diagnosi differenziale

Oltre all’osservazione dei sintomi riferiti dalla donna e alla valutazione clinica diretta, è fondamentale escludere patologie che possono manifestarsi con disturbi simili, procedendo con un’attenta diagnosi differenziale. Tra le principali condizioni da considerare rientrano:

1. Endometriosi

Condizione ginecologica in cui il tessuto endometriale cresce al di fuori dell’utero, provocando infiammazione cronica, aderenze e dolore. Può causare dispareunia, dolore mestruale intenso, dolore pelvico intramestruale. 

Secondo uno studio pubblicato su JAMA, l’endometriosi è una delle principali cause di dolore pelvico cronico, con un impatto significativo sulla qualità della vita delle donne affette. Gli studi suggeriscono che circa il 10-15% delle donne in età fertile possa essere affetta da endometriosi, e circa il 30-50% di queste può sperimentare dolore pelvico cronico come sintomo principale.

2. Sindrome da vescica dolorosa (cistite interstiziale)

La cistite interstiziale è una patologia caratterizzata da infiammazione cronica della vescica, dolore pelvico, urgenza e frequenza urinaria. Spesso associata ad altre disfunzioni del pavimento pelvico, come la vulvodinia.

3. Uretrite

Infiammazione dell’uretra che può causare bruciore minzionale, urgenza urinaria e dolore sovrapubico. Può essere confusa con altre forme di dolore pelvico, ma è solitamente caratterizzata da sintomi minzionali più marcati.

4. Varicocele pelvico o sindrome da congestione pelvica

Presenza di vene dilatate nel piccolo bacino femminile che possono causare dolore pelvico sordo o pesantezza, soprattutto in posizione eretta o durante il ciclo mestruale. Può coesistere con altre disfunzioni pelviche o perineali.

5. Ragadi anali e patologie proctologiche

Lesioni dolorose a livello anale che possono causare dolore acuto durante la defecazione e, nei casi cronici, dolore pelvico irradiato o persistente.

6. Proctalgia fugax

Dolore rettale acuto e transitorio, spesso notturno, non associato ad alterazioni visibili. Sebbene episodico, può contribuire al quadro generale di disfunzione del pavimento pelvico.

7. Neuropatia pelvica

In alcuni casi, è fondamentale considerare patologie neurologiche che coinvolgono il sistema nervoso pelvico, come la neuropatia del nervo pudendo. Questa condizione può causare dolore pelvico cronico e richiede esami neurologici specifici per la diagnosi corretta.

8. Disfunzioni muscoloscheletriche del pavimento pelvico

Disfunzioni muscolari e scheletriche, come la sindrome del muscolo piriforme o la coccigodinia, possono contribuire al dolore pelvico cronico. La valutazione fisioterapica, comprensiva di test specifici sulla muscolatura pelvica, è essenziale per identificare queste condizioni e orientare la terapia più adeguata.

Una valutazione accurata e multidisciplinare è indispensabile per distinguere il dolore pelvico cronico da queste condizioni e impostare il corretto percorso terapeutico.

3. Valutazione funzionale del dolore pelvico

In aggiunta all’anamnesi, all’esame obiettivo e alla diagnosi differenziale, possono essere eseguite alcune valutazioni funzionali, in particolare in ambito uro-ginecologico:

  • Scale di valutazione del dolore: l’utilizzo di questionari e scale visuo-analogiche (VAS) consente di quantificare l’intensità del dolore e l’impatto sulla qualità della vita, monitorandone l’andamento nel tempo.
  • Esame delle urine e urinocoltura: servono a escludere infezioni o altre alterazioni delle vie urinarie.
  • Diario minzionale: utile per monitorare frequenza, quantità e caratteristiche della minzione nell’arco di 24-72 ore.

Queste indagini sono generalmente parte integrante di un primo inquadramento clinico, senza necessità di ricorrere immediatamente a indagini più invasive o costose.

4. Esami strumentali

Gli esami strumentali si effettuano solo in casi selezionati dallo specialista e servono a escludere patologie strutturali o organiche che potrebbero essere alla base del dolore pelvico cronico. Alcuni dei test più comuni includono:

  • Ecografia pelvica: è uno degli esami iniziali per visualizzare strutture come l’utero, le ovaie e le tube, ed è utile per rilevare patologie come cisti ovariche, fibromi o segni di endometriosi.
  • Risonanza magnetica (RM): è particolarmente utile per visualizzare tessuti molli e può identificare patologie come endometriosi profonda, fibromi uterini e altre anomalie pelviche. È anche utilizzata per esaminare la muscolatura pelvica e identificare eventuali danni o anomalie strutturali. Per diagnosi di endometriosi o adenomiosi l’esame più indicato e più preciso consiste nell’ecografia di II livello. 
  • Tomografia computerizzata (TC): in alcuni casi, può essere utilizzata per ottenere immagini dettagliate della pelvi in presenza di dolore addominale o se è sospetta una patologia più complessa, come neoplasie.
  • Radiografia al coccige: consente di rilevare eventuali alterazioni post-traumatiche, lussazioni o angolazioni anomale del coccige, particolarmente frequenti nelle pazienti con dolore pelvico cronico che hanno subito cadute o traumi diretti sulla zona sacrale.
  • Radiografia alla colonna sotto carico: utile per evidenziare disallineamenti o problematiche statiche della colonna lombosacrale che possono accentuarsi in posizione eretta. La valutazione sotto carico permette di osservare meglio eventuali squilibri posturali che possono contribuire alla sintomatologia pelvica.

I trattamenti per il dolore pelvico cronico

Il trattamento del dolore pelvico cronico (DPC) è altamente personalizzato e viene definito sulla base delle cause sottostanti e delle specifiche esigenze della paziente. L’approccio terapeutico può includere interventi di fisioterapia, trattamenti farmacologici, supporto nutrizionale e psicologico.

Nei casi più complessi o refrattari alle terapie conservative, si possono prendere in considerazione opzioni terapeutiche avanzate. L’obiettivo è sempre quello di integrare le diverse strategie all’interno di un percorso multidisciplinare mirato al miglioramento della qualità di vita.

Riabilitazione del pavimento pelvico

La riabilitazione del pavimento pelvico è un trattamento essenziale per molte donne con DPC, in particolare quando le disfunzioni muscolo-scheletriche del pavimento pelvico sono un fattore significativo. La fisioterapia può includere:

  • Modifiche comportamentali e dello stile di vita: è fondamentale intervenire sulle abitudini alimentari e minzionali, correggendo eventuali alterazioni dell’alvo come stipsi o diarrea, che possono influenzare negativamente il pavimento pelvico. Si raccomanda di adottare abbigliamento comodo e traspirante e di evitare posture o attività ginnico-sportive che aggravano il dolore pelvico. Al contrario, è utile incoraggiare attività fisiche dolci e specifiche esercitazioni posturali che favoriscono il rilassamento e la funzionalità muscolare pelvica.
  • Terapia manuale: attraverso tecniche di rilascio miofasciale, mobilizzazioni articolari e trattamento dei Trigger Points, il terapista lavora manualmente sui tessuti muscolari e connettivi per ridurre l’ipertono, migliorare la circolazione locale e diminuire il dolore irradiato. 
  • Tecniche di rilassamento muscolare: tali tecniche, che comprendono il rilascio miofasciale, mirano a ridurre la tensione nei muscoli pelvici, migliorando la funzionalità e riducendo il dolore. 
  • Osteopatia: ha lo scopo di eliminare squilibri e disfunzioni in aree del corpo che possono interferire con la contrattura pelvica in un gioco di reciproche compensazioni.

Trattamenti farmacologici

I farmaci sono spesso il primo passo nella gestione del DPC. Questi possono includere:

  • Antidepressivi: gli antidepressivi triciclici, come l’amitriptilina, sono spesso utilizzati per trattare il dolore neuropatico. Questi farmaci aiutano a modulare la percezione del dolore attraverso il sistema nervoso centrale e sono particolarmente utili quando il dolore pelvico è cronico e resistente ad altri trattamenti.
  • Alfa-litici: farmaci che rilassano la muscolatura liscia delle vie urinarie e del pavimento pelvico, favorendo il miglioramento della minzione e riducendo la tensione muscolare. Sono indicati soprattutto in caso di disfunzioni ostruttive o ipertono muscolare associato a disturbi urinari.
  • Antineuropatici: utilizzati per modulare il dolore neuropatico, agiscono sui segnali nervosi alterati che possono essere alla base del dolore cronico. Farmaci come gabapentin o pregabalin sono esempi frequenti, efficaci soprattutto in presenza di ipersensibilità nervosa.
  • Antidolorifici (analgesici): comprendono farmaci da banco come il paracetamolo e FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e, nei casi più severi, analgesici oppioidi o combinazioni specifiche. Sono impiegati per ridurre l’intensità del dolore e migliorare il benessere generale.
  • Miorilassanti: farmaci che aiutano a ridurre lo spasmo muscolare e l’ipertono del pavimento pelvico, favorendo il rilassamento muscolare e diminuendo il dolore correlato alla contrattura muscolare.
  • Integratori specifici: alcune sostanze naturali o integratori possono essere utili come supporto, ad esempio quelli con azione antinfiammatoria o protettiva delle mucose urinarie e intestinali, contribuendo a migliorare la sintomatologia associata.

La scelta del trattamento farmacologico deve essere sempre personalizzata e guidata dallo specialista, considerando la causa sottostante del dolore e le caratteristiche cliniche della paziente. Spesso la terapia farmacologica è integrata con interventi riabilitativi e modifiche dello stile di vita per un approccio multidisciplinare efficace.

Supporto nutrizionale

Un nutrizionista può svolgere un ruolo chiave nella gestione del dolore pelvico cronico, suggerendo una dieta anti-infiammatoria, bilanciando la salute intestinale e individuando sensibilità alimentari che potrebbero peggiorare i sintomi. Un piano alimentare mirato può aiutare a ridurre l’infiammazione, migliorare la digestione e supportare il benessere generale, contribuendo a migliorare la qualità della vita delle pazienti. 

Supporto psicologico

La componente psicologica è essenziale nella gestione del DPC. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) ha dimostrato di essere efficace nel migliorare la qualità della vita delle donne con DPC, aiutandole a gestire il dolore cronico attraverso tecniche di rilassamento e di gestione dello stress. La consulenza psicologica è particolarmente utile per affrontare gli aspetti emotivi legati alla condizione, come l’ansia, la depressione o la paura legata al dolore.

Agopuntura

In caso di stimoli minzionali frequenti associati, l’agopuntura può rappresentare un valido trattamento complementare per ridurre l’irritazione vescicale e migliorare la sintomatologia urinaria, contribuendo a un miglior equilibrio funzionale del pavimento pelvico.

Approccio integrato e multidisciplinare per il trattamento del dolore pelvico cronico 

Il trattamento del dolore pelvico cronico richiede un approccio integrato e multidisciplinare, come quello offerto dal Centro Salute Pelvi di Torino. Il nostro centro è specializzato in questo tipo di trattamenti e mette il paziente al centro, creando un percorso personalizzato per ogni individuo e garantendo percorsi terapeutici su misura per ottenere il massimo beneficio e benessere. 

Per farlo combiniamo la riabilitazione, l’osteopatia, la medicina, il supporto nutrizionale e psicologico in modo da costruire strategie di successo a lungo termine. La diagnosi precoce e l’intervento tempestivo sono cruciali per prevenire il peggioramento della condizione e migliorare la qualità della vita delle pazienti. 

Non aspettare, prenditi cura di te stessa. Contatta il Centro Salute Pelvi per iniziare il tuo percorso verso il benessere.

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