Nevralgia del pudendo:guida ai sintomi, cause e cure
La neuropatia o nevralgia del pudendo è una condizione complessa che può provocare dolore intenso e disfunzioni significative, incidendo seriamente sulla vita quotidiana. Spesso sottodiagnosticata per la varietà e la complessità dei sintomi e confusa con cause infettive, richiede attenzione specialistica. In questo articolo analizzeremo cause, sintomi, modalità di diagnosi e opzioni di trattamento, evidenziando l’importanza di intervenire precocemente con un approccio mirato.
Cos’è la neuropatia del pudendo?
La neuropatia del pudendo è una patologia complessa che può colpire sia uomini che donne. Si verifica quando il nervo pudendo, responsabile dell’innervazione della regione pelvica e perineale, subisce una compressione, uno stiramento o un’infiammazione.
Il nervo pudendo è un nervo misto con funzioni sensoriali, motorie e autonome., pertanto svolge un ruolo essenziale nella trasmissione delle sensazioni e nel controllo motorio dei muscoli e delle strutture delle aree genitale, anale e perineale. È generalmente composto da fibre provenienti dalle radici nervose ventrali di S2, S3 e S4.
Proprio per la sua funzione delicata e centrale, un suo danneggiamento può causare sintomi importanti ed è spesso considerato una delle cause più insidiose di dolore pelvico cronico.
Sintomi della neuropatia del pudendo
I sintomi della neuropatia del pudendo possono manifestarsi in modo variabile sia in intensità che in localizzazione. Inizialmente possono essere di duplice natura, in particolare:
- Sintomi vescicali: la neuropatia del pudendo può compromettere la normale funzione della vescica, causando sintomi come esitazione minzionale, getto debole o intermittente, sensazione di svuotamento incompleto e aumento della frequenza urinaria. Alcuni pazienti riferiscono anche bruciore minzionale o uno stimolo costante e fastidioso, in assenza di infezioni.
- Sintomi sessuali: la dispareunia – il dolore durante i rapporti sessuali – è uno dei sintomi più debilitanti e può variare da una sensazione sorda a un dolore acuto. La donna può provare dolore durante la penetrazione, ipersensibilità al clitoride, dolore all’eccitazione; oppure il dolore può essere avvertito dopo la conclusione del rapporto, di conseguenza condizionando l’approccio, l’uomo invece può sentire bruciore penieno, dolore all’erezione o all’eiaculazione, deficit erettile. Tutto questo può influire gravemente sulla vita sessuale e sulle relazioni.
Se la neuropatia non viene trattata può produrre altri sintomi come:
- Dolore localizzato severo: si verifica principalmente nella regione perineale, anale o genitale. Il dolore può non essere costante, tende a peggiorare la sera e migliorare di notte con il riposo e può essere debilitante, con difficoltà nel trovare sollievo.
- Sensazioni di bruciore, formicolio o scossa elettrica: molti pazienti descrivono il dolore come una scossa elettrica o come una sensazione di bruciore, che può essere estremamente fastidiosa e disturbante.
- Possibili irradiazioni alla regione lombare, agli organi pelvici (come genitali femminili e maschili, uretra, retto e vescica), all’area che coinvolge la zona dell’inguine, alla regione sovrapubica, al sacro-coccige e alla parte superiore delle cosce.
Vi sono inoltre alcune attività quotidiane che peggiorano i sintomi:
- Posizione seduta: il dolore tende ad intensificarsi quando si è seduti, a causa della compressione del nervo pudendo. Al contrario, la posizione in piedi o sdraiata può offrire un certo sollievo.
- Minzione e defecazione: la compressione del nervo può influire sulla funzionalità delle strutture pelviche, causando dolore o difficoltà durante la minzione o la defecazione. I pazienti possono avvertire la sensazione di non svuotare completamente la vescica o di avere difficoltà nel passaggio delle feci.
Se i sintomi persistono, possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita, interferendo con il lavoro, le attività quotidiane, le relazioni personali e il benessere psicologico.
Cause della neuropatia del pudendo
La nevralgia del pudendo può avere origini diverse, legate sia a fattori meccanici e anatomici, sia a patologie croniche del pavimento pelvico. Vediamo le principali cause.
Compressione del nervo pudendo
Una delle cause più frequenti è la compressione diretta del nervo, che può verificarsi a seguito di:
- Posizioni sedentarie e scorrette: stare seduti a lungo o utilizzare sedili non ergonomici , ad esempio per lavoro d’ufficio, può esercitare una pressione costante sul nervo, provocando dolore perineale e disfunzioni sessuali.
- Attività sportiva ad alta intensità: l’attività ciclistica, soprattutto con selle non ergonomiche, può comprimere il nervo pudendo a livello del perineo, alterando il flusso sanguigno e irritando i tessuti. Anche le attività con i pesi, come il body building e gli esercizi ad alto impatto, possono esercitare tensioni eccessive su bacino e sul nervo pudendo.
In molti casi, infatti, la neuropatia si associa a una disfunzione del pavimento pelvico, l’insieme di muscoli e tendini che supportano funzioni come la minzione, l’attività intestinale, sessuale e respiratoria. Chi ne soffre presenta spesso una contrattura muscolare persistente: come risposta protettiva al dolore, i muscoli si irrigidiscono e non riescono a rilassarsi completamente. Questa condizione è conosciuta in medicina come ipertono non neurogeno del pavimento pelvico.
Traumi e interventi chirurgici
Anche traumi diretti e interventi chirurgici nella zona pelvica rappresentano una causa importante di nevralgia del pudendo. Il nervo può subire danni o infiammazioni a seguito di:
- Chirurgia pelvica: operazioni come la resezione prostatica, gli interventi ginecologici complessi o il parto cesareo possono compromettere l’integrità del nervo.
- Traumi fisici: incidenti stradali, cadute sul coccige o fratture del bacino possono determinare lesioni dirette, portando a dolore cronico e disfunzioni.
- Parto vaginale: un travaglio prolungato, l’uso di strumenti ostetrici come la ventosa, o complicazioni come episiotomie e lacerazioni, possono traumatizzare il nervo.
- Radioterapia, i trattamenti radioterapici per tumori alla prostata e in quelli trattati per tumori rettali e ginecologici, possono danneggiare le strutture nervose pelviche, incluso il nervo pudendo, favorendo lo sviluppo di sintomi neuropatici.
Sindrome da intrappolamento del nervo pudendo
Una causa specifica di neuropatia è la sindrome da intrappolamento del nervo pudendo, che si verifica quando il nervo viene compresso lungo il suo percorso all’interno del bacino. Tra i principali fattori scatenanti troviamo:
- Anomalie anatomiche: difetti o alterazioni strutturali che restringono gli spazi attraverso cui passa il nervo.
- Tensioni muscolari: un’eccessiva contrattura dei muscoli del pavimento pelvico, del muscolo piriforme o dell’otturatore interno può alterare l’anatomia funzionale del bacino e restringere il canale di Alcock, generando una compressione del nervo pudendo lungo il suo decorso e favorendo quadri di intrappolamento.
Come si diagnostica la neuropatia del pudendo
La diagnosi di neuropatia del pudendo è complessa e richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolge specialisti con competenze diverse per ottenere una valutazione completa e precisa. Vediamo quali sono le fasi da seguire.
Anamnesi dettagliata
Il primo passo consiste nella raccolta di un’anamnesi approfondita. Il paziente descrive la natura, la localizzazione, l’intensità e la durata del dolore, ma anche l’esordio e l’evoluzione dei sintomi, eventuali fattori di rischio e sintomi associati come vulvodinia, incontinenza urinaria, dispareunia o alterazioni della sensibilità.
È fondamentale procedere con una diagnosi differenziale rispetto ad altre patologie che presentano sintomi simili, tra cui la prostatite, la cistite interstiziale, la sindrome del muscolo piriforme, l’endometriosi e altre neuropatie pelviche.
Poiché non esistono criteri diagnostici patognomonici, si fa spesso riferimento ai criteri di Nantes, utili per individuare la nevralgia del pudendo. I cinque criteri principali sono:
- Dolore riferito al territorio del nervo pudendo.
- Peggioramento in posizione seduta.
- Nessun risveglio notturno causato dal dolore.
- Esame obiettivo senza deficit sensitivi oggettivi.
- Sollievo dopo blocco anestetico del nervo.
A questi si aggiunge l’esclusione di altre patologie che potrebbero spiegare i sintomi.
La diagnosi di neuropatia del pudendo è complessa e richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolge specialisti con competenze diverse per ottenere una valutazione completa e precisa. Vediamo quali sono le fasi da seguire.
Esami fisici e neurologici vedere dossier: la diagnosi è per lo piu anamnestica
L’esame fisico è per lo più orientato dall’anamnesi ed è fondamentale per rafforzare il sospetto diagnostico. Include:
- Esame pelvico e perineale, con valutazione della sensibilità, della forza muscolare e della risposta alla palpazione lungo il decorso del nervo. Nel maschio esplorazione rettale è necessaria per escludere prostatite.
- Palpazione del canale di Alcock, utile per evocare il dolore nella zona del nervo (fenomeno di Valleix), segno indicativo di lesione del tratto medio del nervo.
- Valutazione del tono muscolare del pavimento pelvico, per rilevare ipertono o dolenzia muscolare associata.
Anche in assenza di segni obiettivi evidenti, la presenza di dolore evocato da stimoli normalmente innocui o la sensazione di corpo estraneo possono suggerire una sensibilizzazione centrale.
Test diagnostici
Per confermare la diagnosi e valutare la gravità della neuropatia, possono essere prescritti esami strumentali:
- Elettromiografia (EMG) del nervo pudendo: misura l’attività elettrica dei muscoli innervati, rilevando eventuali anomalie nella conduzione nervosa o segni di denervazione. Può integrare la diagnosi ma è considerata un’esperienza dolorosa.
- Infiltrazioni diagnostiche con anestetici locali: l’iniezione di anestetico in prossimità del nervo aiuta a stabilire se il dolore è effettivamente di origine pudendale, grazie alla diminuzione temporanea dei sintomi. Questo test è particolarmente utile per localizzare la compressione nervosa e valutare l’efficacia di potenziali trattamenti.
- Risonanza magnetica (RM): pur non essendo specifica per la neuropatia del pudendo, la RM può essere utile per escludere altre cause anatomiche di compressione o lesioni pelviche, come tumori o patologie ginecologiche.
Diagnosi differenziale
Durante il percorso diagnostico è fondamentale escludere altre patologie che possono causare sintomi sovrapponibili, come infezioni del tratto urinario, malattie infiammatorie pelviche, sindrome del muscolo piriforme o altre neuropatie.
Una diagnosi accurata è indispensabile per impostare un trattamento adeguato, che può includere riabilitazione, terapia farmacologica e, in alcuni casi, un intervento chirurgico. Al contrario, una diagnosi errata può ritardare le cure e peggiorare la qualità di vita del paziente.
Trattamenti per la neuropatia del pudendo
Il trattamento della nevralgia del pudendo deve essere personalizzato in base alle caratteristiche individuali del paziente, alla gravità dei sintomi e alla causa scatenante. Poiché questa condizione può coinvolgere diverse aree corporee e influire significativamente sulla qualità della vita, è fondamentale adottare un approccio multidisciplinare. Il percorso terapeutico può prevedere l’intervento di fisioterapisti, ostetriche, neurologi, ginecologi, urologi e psicologi, combinando strategie fisiche, farmacologiche e psicologiche per ridurre il dolore e migliorare il benessere globale.
Norme comportamentali
Oltre ai trattamenti terapeutici specifici, è fondamentale che chi soffre di neuropatia del pudendo adotti una serie di accorgimenti quotidiani volti a ridurre la compressione del nervo e favorirne la guarigione. Questa componente, spesso sottovalutata, rappresenta un pilastro della gestione conservativa.
Ecco alcune indicazioni utili, tratte dalle più recenti raccomandazioni cliniche:
- Evitare la posizione seduta prolungata: prediligere superfici morbide o ergonomiche (cuscini a ciambella aperta anteriormente), alzarsi frequentemente e alternare con la posizione eretta o sdraiata.
- Limitare attività ad alto impatto: come bicicletta, spinning, equitazione o esercizi addominali iperpressivi che aumentano la tensione sul pavimento pelvico.
- Evitare sforzi evacuativi: non spingere durante la defecazione. È consigliabile adottare una posizione accovacciata (utilizzando uno sgabello sotto i piedi) e favorire l’evacuazione con la respirazione diaframmatica.
- Attenzione alla postura: sedersi e camminare mantenendo un buon allineamento della colonna può ridurre le tensioni muscolari e fasciali che gravano sul nervo.
- Regolare l’attività sessuale: in presenza di dolore, è utile evitare rapporti penetrativi o pratiche che possano riattivare la sintomatologia, fino al miglioramento clinico.
- Mantenere l’intestino regolare: una corretta idratazione, una dieta ricca di fibre e, se necessario, l’uso di lassativi osmotici riducono il rischio di stipsi e sforzo evacuativo.
Questi semplici accorgimenti aiutano a prevenire peggioramenti, a favorire il recupero nervoso e a supportare gli effetti della fisioterapia o di eventuali terapie farmacologiche.
Riabilitazione del pavimento pelvico
La fisioterapia mirata al pavimento pelvico rappresenta uno dei cardini del trattamento. L’obiettivo principale è il rilassamento muscolare e la riduzione della tensione che può comprimere il nervo pudendo.
- Terapia manuale: attraverso tecniche di manipolazione, il terapista lavora sui muscoli e sui tessuti del pavimento pelvico per alleviare la pressione sul nervo e migliorare la circolazione locale.
- Terapia posturale: serve a correggere eventuali disfunzioni posturali, favorisce la decompressione nervosa e l’ottimizzazione dei carichi meccanici a livello pelvi-perineale.
- Osteopatia: inserita in un approccio multimodale, può aiutare attraverso tecniche cranio-sacrali e muscolo-scheletriche, migliorando la mobilità pelvica e riducendo tensioni anomale.
- Tecniche di rilassamento: esercizi specifici mirano a diminuire il tono muscolare e favorire il rilascio delle strutture contratte.
- Biofeedback: utilizzando dispositivi che monitorano in tempo reale l’attività muscolare, il paziente impara a riconoscere e modulare correttamente la contrazione e il rilassamento del pavimento pelvico.
Trattamento farmacologico
La terapia farmacologica deve essere adattata al profilo del paziente e modulata in base alla risposta clinica. Il trattamento segue generalmente una progressione a step:
- Farmaci ad azione antineuropatica: antidepressivi triciclici, SNRI (inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina) e alfa2delta ligandi sono utilizzati per modulare la trasmissione del dolore a livello del sistema nervoso. Il medico può prescrivere un singolo farmaco o una combinazione per massimizzare l’efficacia.
- iniezioni periuretrali del nervo pudendo: se la risposta ai farmaci è insufficiente, si può ricorrere a infiltrazioni locali o blocchi nervosi. Tuttavia, va precisato che l’efficacia di questi trattamenti non è ancora supportata da studi clinici definitivi, e non vi sono raccomandazioni ufficiali da parte delle principali società scientifiche.
- Neuromodulazione spinale: nei casi di dolore neuropatico severo e resistente, si può considerare la stimolazione del midollo spinale. Anche per questa opzione le evidenze scientifiche sono limitate, e la scelta deve essere valutata con attenzione.
- Chirurgia: rappresenta l’ultima risorsa nei casi in cui i trattamenti conservativi falliscono. L’intervento chirurgico di decompressione mira a rimuovere le strutture che comprimono il nervo pudendo, adattando la tecnica al tipo e alla sede della compressione.
Supporto psicologico
La gestione della componente psicologica è fondamentale, poiché il dolore cronico può avere un impatto profondo sull’equilibrio emotivo e sulla qualità della vita del paziente. La neuropatia del pudendo, infatti, non riguarda solo il sintomo fisico: coinvolge anche aspetti emotivi, relazionali e comportamentali che possono aggravare il quadro clinico se trascurati.
- Terapie cognitive-comportamentali (CBT): si sono dimostrate efficaci nell’aiutare i pazienti a modificare i pensieri e i comportamenti legati alla percezione del dolore, migliorando la capacità di affrontarlo in modo più funzionale e riducendo la sensazione di impotenza.
- Mindfulness e tecniche di rilassamento: pratiche come la mindfulness, la meditazione e il training autogeno possono contribuire a ridurre lo stress cronico, che rappresenta un fattore di mantenimento e aggravamento del dolore neuropatico. Una migliore gestione dello stress aiuta a diminuire l’attivazione del sistema nervoso autonomo e a rompere il circolo vizioso tra tensione emotiva e sintomatologia fisica.
Un approccio realmente efficace deve quindi essere olistico, integrando la gestione del dolore fisico con il supporto psicologico e la promozione del benessere mentale, per migliorare la resilienza del paziente e favorire un recupero più completo.
Affrontare la neuropatia del pudendo in un centro specializzato
Se sospetti di essere affetto da neuropatia del pudendo, rivolgersi a un centro specializzato nella salute pelvica può rappresentare un passo decisivo. Una diagnosi precoce e un approccio integrato e personalizzato sono fondamentali per ridurre il dolore e migliorare significativamente la qualità della vita.
La neuropatia del pudendo è una condizione complessa che richiede competenze multidisciplinari; per questo è importante non sottovalutare sintomi persistenti e agire tempestivamente.
Al Centro Salute Pelvi di Torino trovi un team di specialisti in fisioterapia, medicina, osteopatia e psicologia, pronti a supportarti nel percorso di gestione del dolore pelvico cronico.
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