Dr. Luca Bello

Sono medico specialista in Ginecologia e Ostetricia e attualmente lavoro come dirigente presso il Centro Multidisciplinare per la Salute Sessuale dell’ASL Città di Torino. Mi occupo in particolare di ginecologia del basso tratto genitale, sindromi dolorose femminili e salute sessuale, con ruoli di responsabilità clinica, formativa e scientifica.

Prolasso degli Organi Pelvici: sintomi, cause e trattamenti per superare il disagio

Il prolasso del pavimento pelvico è una condizione comune ma spesso sottovalutata, che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Il prolasso non è una malattia “di poco conto”: può compromettere le funzioni urinarie, intestinali e sessuali, oltre a causare dolore pelvico e disagio psicologico. Grazie ai progressi nella fisioterapia pelvica e nella chirurgia mininvasiva, oggi è possibile trattarlo efficacemente, migliorando significativamente il benessere dei pazienti.

Cos’è il prolasso?

Il prolasso pelvico si verifica quando i muscoli, i legamenti e le fasce del pavimento pelvico si indeboliscono o si lesionano, non riuscendo più a sostenere correttamente vescica, utero, retto, intestino tenue o uretra. La discesa può essere parziale o totale e può protrudere nella vagina o, nei casi più gravi, all’esterno.

Elenchiamo di seguito le principali tipologie di prolasso:

  • Cistocele: protrusione della vescica nella parete vaginale anteriore.
  • Uretrocele: protrusione isolata dell’uretra.
  • Rettocele: protrusione del retto nella parete vaginale posteriore.
  • Enterocele: discesa dell’intestino tenue nello spazio vaginale.
  • Prolasso uterino o isterocele: discesa dell’utero nella vagina.
  • Prolasso della cupola vaginale: dopo isterectomia.

Il grado di severità viene valutato utilizzando il sistema POP-Q (Pelvic Organ Prolapse Quantification System), che classifica il prolasso da uno stadio lieve, in cui l’organo si trova ancora all’interno della vagina, fino a stadi più avanzati, con protrusione oltre l’introito vaginale.

Anche se il prolasso non ha implicazioni sulla minaccia di vita, può condizionare in modo profondo la qualità della vita fisica, emotiva e relazionale.

I Sintomi del Prolasso del Pavimento Pelvico

Il prolasso si manifesta attraverso sintomi che variano in base all’organo coinvolto, alla gravità della discesa e alle condizioni generali del pavimento pelvico.

In generale, molti pazienti riferiscono una sensazione di peso o pressione nella pelvi, una presenza percepita di “massa” o “pallina” nella vagina o un fastidio che tende a peggiorare nel corso della giornata, soprattutto dopo lunghi periodi in piedi o sforzi fisici.

I sintomi più comuni comprendono:

  • Sintomi urinari: solo in caso di uretrocele, urgenza minzionale, difficoltà nello svuotamento della vescica o flusso urinario debole.
  • Sintomi intestinali: stitichezza, sensazione di evacuazione incompleta, necessità di pressione manuale “digitazione” sulla parete vaginale o perineale per facilitare la defecazione.
  • Disfunzioni sessuali: dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), riduzione della soddisfazione sessuale o imbarazzo dovuto alla percezione della protrusione.
  • Disagio pelvico e lombare: dolore sordo o fastidio nella zona pelvica o addominale.

Possono anche presentarsi:

  • Ulcerazioni:  nei casi più gravi, quando l’utero protende al di fuori delle pareti vaginali può causare infiammazione da sfregamento o ulcerazioni
  • Cistiti: se il prolasso interessa la vescica, potrà essere difficile il completo svuotamento della stessa, predisponendo la donna a infezioni delle vie urinarie.

Va sottolineato che in fase iniziale il prolasso può anche essere asintomatico, rendendo importanti i controlli preventivi soprattutto nelle popolazioni a rischio.

Cause del prolasso

Il prolasso degli organi pelvici è una condizione multifattoriale che deriva dall’interazione tra eventi traumatici, alterazioni tissutali e fattori di rischio comportamentali o genetici.

Tra le cause principali troviamo:

  • Gravidanza e parto vaginale, specialmente con neonati macrosomici, parti operativi (ventosa, forcipe) o travaglio prolungato. Il taglio cesareo nel lungo periodo non è protettivo, in quanto il pavimento pelvico è comunque sottoposto allo stress del peso del feto durante la gravidanza.
  • Menopausa, a causa della diminuzione degli estrogeni che compromette la robustezza dei tessuti connettivi e slatentizzare il problema causato dalle precedenti gravidanze.
  • Chirurgie pelviche pregresse, come l’isterectomia.
  • Sforzi cronici dovuti a stitichezza, tosse persistente o sollevamento ripetuto di carichi pesanti.
  • Obesità, che aumenta la pressione intra-addominale in modo cronico.
  • Predisposizione genetica, può rendere i tessuti meno resistenti, e dunque predisponendo il soggetto all’insorgenza del prolasso.
  • Attività fisica ad alto impatto o sport intensivi senza adeguato controllo della pressione addominale.

La presenza contemporanea di più fattori moltiplica il rischio di sviluppare il prolasso e influisce anche sulla severità della condizione.

Come si diagnostica il Prolasso Pelvico?

La diagnosi di prolasso del pavimento pelvico si basa su una valutazione clinica accurata e su eventuali esami strumentali mirati.

Anamnesi e raccolta sintomi

Tutto inizia con un’anamnesi dettagliata, durante la quale il medico raccoglie informazioni sui sintomi urinari, intestinali e sessuali, nonché sulla storia di gravidanze, parti, interventi chirurgici pelvici o altre condizioni di rischio.

Esame obiettivo e classificazione POP-Q

Segue poi l’esame obiettivo, che comprende:

  • Esplorazione vaginale: effettuata sia a riposo che durante il ponzamento, per osservare la discesa degli organi pelvici.
  • Classificazione POP-Q: sistema standardizzato che misura con precisione il grado di prolasso rispetto ai riferimenti anatomici dell’introito vaginale.
  • Valutazione funzionale del pavimento pelvico: utile per verificare la forza muscolare, la presenza di contratture o l’eventuale ipotonia.

Esami strumentali

In alcuni casi selezionati, per approfondire il quadro clinico, potrebbero essere prescritti esami strumentali:

  • Ecografia pelvica dinamica, che consente di osservare in tempo reale il comportamento degli organi pelvici sotto sforzo.
  • Uroflussimetria e residuo post-minzionale, per valutare la qualità dello svuotamento vescicale e l’eventuale presenza di ostruzioni.
  • Risonanza magnetica pelvica dinamica, indicata nei casi complessi o quando si sospettano prolassi multipli o recidive.
  • Defecografia o manometria anorettale, per studiare la funzionalità del comparto posteriore.

Una corretta diagnosi è fondamentale non solo per confermare la presenza di prolasso, ma anche per pianificare un trattamento personalizzato e appropriato.

Prolasso degli Organi Pelvici Centro Salute Pelvi Torino

Prevenzione del Prolasso: prepararsi al parto in modo consapevole

La gravidanza e il parto rappresentano due dei momenti più delicati per la salute del pavimento pelvico. Per questo motivo, è fondamentale adottare strategie preventive mirate già durante la gestazione.

Durante la gravidanza, è consigliabile:

  • mantenere un incremento ponderale adeguato;
  • prevenire la stipsi attraverso dieta e idratazione;
  • svolgere attività fisica moderata, se possibile;
  • evitare il sollevamento di carichi eccessivi, per non aumentare la pressione sul pavimento pelvico.

Inoltre, è essenziale preparare il pavimento pelvico al parto. L’esecuzione quotidiana e autonoma di esercizi specifici e massaggi perineali, a partire dalla 28ª settimana di gestazione, può ridurre significativamente il rischio di lacerazioni e, di conseguenza, quello di sviluppare un prolasso.

Un aspetto importante è anche il lavoro sul POF (posizionamento ottimale del feto), che può essere favorito tramite esercizi di mobilità pelvica e trattamenti osteopatici. Migliorare l’elasticità dei tessuti e favorire un corretto allineamento fetale contribuisce a un parto meno traumatico per il pavimento pelvico.

La scelta del centro nascita riveste un ruolo centrale: è opportuno optare per strutture che adottino protocolli attenti alla tutela del pavimento pelvico, prevedendo ad esempio posizioni libere per il travaglio e tecniche ostetriche non invasive.

Valutazione perineale post-parto

Anche il periodo successivo al parto richiede attenzione. È importante sottoporsi a una valutazione perineale tra i 40 giorni e i 2 mesi dalla nascita, per verificare il grado di distensione della muscolatura e impostare un programma personalizzato di recupero funzionale. Intervenire entro i 5 mesi dal parto consente di ottenere risultati estremamente efficaci nel ripristino del tono muscolare e nella prevenzione di problematiche a lungo termine, come il prolasso degli organi pelvici.

Trattamenti per il Prolasso

Dipende dalla gravità dei sintomi, dall’impatto sulla vita quotidiana e dalle preferenze del paziente. In linea generale, si privilegia inizialmente un approccio conservativo, riservando la chirurgia ai casi più severi o refrattari.

Approccio conservativo

Nei prolassi di grado lieve o moderato, o nelle pazienti in attesa di intervento chirurgico , si consigliano strategie conservative:

  • Riabilitazione del pavimento pelvico: rappresenta il pilastro del trattamento conservativo. Attraverso esercizi specifici (esercizi di Kegel guidati), biofeedback, terapia manuale e tecniche di rilassamento muscolare, è possibile migliorare il supporto degli organi pelvici, ridurre i sintomi e rallentare la progressione della condizione.
  • Ginnastica ipopressiva: utilizzando delle tecniche specifiche aiuta a rinforzare i muscoli profondi dell’addome e stimola la contrazione riflessa dei muscoli del pavimento pelvico, contribuendo al sostegno degli organi interni.
  • Pessari vaginali: dispositivi in silicone o lattice che vengono inseriti in vagina per sostenere meccanicamente gli organi prolassati. Ne esistono diverse forme e modelli, adattabili alle esigenze individuali. I pessari sono solitamente considerati una soluzione temporanea, in attesa di un eventuale intervento o in persone anziane.
  • Terapia estrogenica locale: indicata per le donne in menopausa, aiuta a migliorare l’elasticità e la resistenza dei tessutale, riducendo i sintomi dolorosi associati al prolasso.
  • Educazione comportamentale: modificare abitudini dannose come il sollevamento di carichi pesanti, trattare la stitichezza cronica, perdere peso in caso di obesità e adottare corretti schemi respiratori durante lo sforzo sono misure che completano la gestione conservativa.

Approccio chirurgico

Quando il prolasso è severo o refrattario alle terapie conservative, si può ricorrere alla chirurgia.
Le tecniche chirurgiche variano in base al tipo e alla gravità del prolasso:

  • Colporrafia anteriore o posteriore: riparazione dei difetti della parete vaginale.
  • Sacrocolpoisteropessia laparoscopica: considerata il gold standard per il prolasso della volta vaginale o dell’utero; prevede la sospensione degli organi mediante l’uso di una mesh.
  • Isterectomia vaginale: può essere indicata nei casi di prolasso uterino avanzato, associata o meno alla riparazione delle pareti vaginali.
  • Tecniche di sospensione uterina: utili per preservare l’utero, quando desiderato.

Nella scelta chirurgica, il team multidisciplinare valuta attentamente fattori come l’età della paziente, le aspettative future, il desiderio di mantenere la fertilità e le condizioni anatomiche individuali.

Affrontare il prolasso per ritrovare il benessere

Il prolasso degli organi pelvici, sebbene possa incidere profondamente sul benessere fisico, sessuale ed emotivo, è una condizione che oggi può essere gestita con successo grazie a percorsi terapeutici personalizzati e multidisciplinari.
Un trattamento tempestivo, basato sulle evidenze scientifiche più aggiornate, consente di ridurre i sintomi, migliorare la qualità della vita e, nella maggior parte dei casi, prevenire l’aggravamento della condizione.

Presso il Centro Salute Pelvi di Torino, ogni paziente viene seguito da un team di specialisti in fisioterapia del pavimento pelvico, medicina riabilitativa, uroginecologia e psicologia. L’obiettivo è offrire un approccio integrato e su misura, che tenga conto non solo delle caratteristiche anatomiche e funzionali, ma anche delle esigenze individuali e delle aspettative di benessere.

Un percorso completo di valutazione, trattamento e prevenzione delle recidive rappresenta la chiave per ritrovare fiducia nel proprio corpo e riprendere una vita attiva e soddisfacente.

Non trascurare i segnali che il tuo corpo ti manda: intervenire precocemente fa la differenza.

Bibliografia:

  • Labat, J. J., et al. (2021). Pudendal neuralgia: Diagnosis and management. Pain Reports, 6(4), e971. Link
  • Maher, C., et al. (2016). Surgical management of pelvic organ prolapse in women. Cochrane Database of Systematic Reviews. Link
  • Haylen, B. T., et al. (2010). An International Urogynecological Association (IUGA)/International Continence Society (ICS) joint report on the terminology for female pelvic floor dysfunction. Neurourology and Urodynamics. Link