Vaginismo: sintomi, cause e trattamenti per superare il dolore
Il vaginismo è un disturbo che può influire profondamente sulla tua vita intima e sul tuo benessere emotivo. La paura della penetrazione e le contrazioni involontarie dei muscoli vaginali, che rendono la penetrazione dolorosa o impossibile, sono un sintomo di una condizione che spesso viene fraintesa o ignorata.
Se stai affrontando questo problema, sappi che non sei sola. Il vaginismo è una condizione trattabile e, grazie a un approccio terapeutico personalizzato, è possibile ritrovare il piacere e la serenità nella vita sessuale. Conoscere le cause e i trattamenti disponibili è il primo passo per superarlo.
In questo articolo, esploreremo insieme le cause, i sintomi e le soluzioni, dandoti gli strumenti per affrontare questa sfida e per migliorare la tua qualità della vita.
Cos’è il vaginismo?
Il vaginismo è una condizione complessa che rientra tra le disfunzioni sessuali femminili e si manifesta con la paura della penetrazione, associata a una variabile fobia e una contrazione involontaria e persistente dei muscoli del pavimento pelvico. Questo spasmo muscolare, incontrollabile e spesso inconsapevole, può rendere difficile o impossibile qualsiasi forma di penetrazione (ad esempio: durante i rapporti sessuali, durante l’inserimento di tamponi o durante l’esecuzione di esami medici come il pap-test ed ecografia endovaginale).
Un altro elemento che bisogna considerare è che spesso le donne che soffrono di vaginismo mettono in atto un evitamento fobico e una paura anticipatoria del dolore. Per valutare la maggiore o minore gravità della patologia è quindi necessario valutare sia l’intensità degli spasmi muscolari, sia l’intensità della fobia.
Nonostante il vaginismo sia più diffuso di quanto si pensi – colpisce lo 0.5-1% delle donne fertili, e il 15-17% della popolazione viene trattata per dolore coitale – è spesso sottovalutato o frainteso, portando molte donne a non cercare il supporto di cui avrebbero bisogno. Questa condizione non riguarda soltanto l’aspetto fisico, ma coinvolge anche dimensioni emotive e psicologiche, creando un circolo vizioso di ansia e tensione che può ulteriormente aggravare il problema.
Comprendere il vaginismo è il primo passo per affrontarlo: una diagnosi accurata e un approccio terapeutico personalizzato possono aiutare le donne a superare questa difficoltà e a recuperare il benessere psicofisico.
Sintomi del vaginismo
I sintomi del vaginismo possono variare da donna a donna, ma ci sono alcuni segnali comuni che possono indicare la presenza di questa condizione. I sintomi più frequenti includono:
- Difficoltà a inserire tamponi o strumenti medici: la contrazione involontaria dei muscoli vaginali può rendere difficile l’inserimento di assorbenti interni, speculum o dispositivi ginecologici, ostacolando l’intimità e le visite mediche.
- Dolore o bruciore durante la penetrazione vaginale: molte donne sperimentano un forte dolore, una sensazione di muro o di bruciore quando tentano la penetrazione, oltre a una diminuzione o assenza di fenomeni connessi all’eccitazione, uno tra tutti la lubrificazione vaginale. Questo può rendere l’attività sessuale dolorosa o impossibile.
- Contrazione involontaria dei muscoli vaginali: la contrazione spasmodica dei muscoli del pavimento pelvico rende la penetrazione difficile o impossibile, portando a un blocco fisico.
- Rapporto difficile con la zona genito-anale: può succedere di evitare ogni tipo di contatto con l’area, tranne che per le pratiche di igiene quotidiana. In alcuni casi, l’igiene viene eseguita più frequentemente del necessario o con l’uso di guanti per evitare il contatto diretto con le mucose, cercando di minimizzare qualsiasi sensazione di disagio o paura associata a questa area.
- Ansia o paura legata ai rapporti sessuali o agli esami ginecologici: le donne con vaginismo spesso sviluppano una forte paura o ansia riguardo alla penetrazione, che può peggiorare la condizione, creando un circolo vizioso di stress e dolore.
- Sensazione di blocco fisico nella zona vaginale: molte donne riferiscono una sensazione di “blocco” o di resistenza fisica durante i tentativi di penetrazione.
Attenzione anche a una possibile comorbilità con il vaginismo. Il pavimento pelvico ipertonico può infatti essere causa di sintomi urologici o colon-proctologici.
- In ambito urologico, si può verificare una difficoltà nella minzione, ad esempio l’attesa prima di urinare, la necessità di spingere con l’addome per iniziare, e il flusso urinario intermittente; possono anche comparire urgenza e frequenza urinaria.
- In ambito colon-proctologico, si possono manifestare difficoltà di evacuazione, stipsi con espulsione difficoltosa nonostante lo stimolo, sensazione di svuotamento incompleto e defecazione insoddisfacente.
- I tentativi di penetrazioni con l’introito vaginale ristretto e la ridotta lubrificazione possono causare uno stato di infiammazione cronica che può favorire lo svilupparsi della vulvodinia
In generale, tutti questi sintomi possono variare in intensità e frequenza, e spesso sono accompagnati da un forte disagio emotivo. Le donne affette da vaginismo possono provare sensazioni di frustrazione, isolamento e vergogna, che influenzano la qualità della vita sessuale e il benessere psicologico.
Cause del vaginismo
Il vaginismo può essere causato da una combinazione di fattori fisici, psicologici e relazionali. Ecco le cause più comuni:
1. Cause fisiche
Le cause fisiche del vaginismo sono legate a disfunzioni fisiologiche che coinvolgono i muscoli del pavimento pelvico o altre condizioni mediche che influenzano la zona vaginale. Tra le principali cause fisiche troviamo:
- Ipertono del pavimento pelvico
Un’eccessiva tensione o contrazione dei muscoli del pavimento pelvico è una delle cause fisiche più comuni del vaginismo. Quando i muscoli pelvici sono troppo contratti, la vagina diventa meno elastica e difficile da espandere, causando dolore durante il tentativo di penetrazione. L’ipertono può essere provocato da vari fattori tra cui stress, trauma fisico, precedenti esperienze dolorose durante i rapporti sessuali o infezioni o interventi chirurgici. La tensione muscolare cronica può anche essere un meccanismo di difesa del corpo contro il dolore percepito nella zona genitale. - (eventuale) Imene alterato o rigido
Un imene troppo rigido o che presenta anomalie strutturali può anche contribuire al vaginismo, in particolare nelle giovani donne. In alcuni casi, l’imene può essere particolarmente spesso o rigido, impedendo una corretta dilatazione della vagina durante i rapporti sessuali. Sebbene l’imene sia una membrana elastica, in alcune donne può essere più resistente, creando un ostacolo fisico che genera dolore o paura associata alla penetrazione. Questo, a sua volta, può innescare una risposta di contrazione involontaria dei muscoli vaginali, peggiorando la condizione.
Queste cause fisiche, se non trattate, possono contribuire a un circolo vizioso di dolore e paura, che si riflette sia a livello fisico che psicologico, rendendo il trattamento del vaginismo un processo complesso che richiede un approccio multidisciplinare.
2. Cause psicologiche
Le cause psicologiche sono altrettanto rilevanti nel determinare l’insorgenza del vaginismo. Queste cause sono legate a fattori emotivi, esperienze passate e convinzioni errate riguardo alla sessualità. Tra le principali cause psicologiche troviamo:
- Esperienze traumatiche: eventi traumatici, come abusi sessuali o un parto traumatico, sono noti fattori di rischio per lo sviluppo del vaginismo. Il trauma psicologico può portare a una forte paura della penetrazione, innescando la contrazione muscolare come meccanismo di difesa contro il dolore o la percezione di minaccia.
- Paura del dolore e convinzioni negative sulla sessualità: donne con vaginismo spesso sviluppano una paura anticipatoria del dolore, che si riflette nel corpo con una risposta fisiologica involontaria. Le convinzioni negative sulla sessualità, come il timore di non essere “sufficientemente” desiderabili, di non riuscire a soddisfare il partner, possono alimentare ansia e paura legate all’intimità.
- Ansia generalizzata o disturbi legati al controllo: l’ansia generalizzata o il disturbo da controllo, che può manifestarsi come una difficoltà a rilassarsi, sono stati associati al vaginismo. La difficoltà a “lasciarsi andare” durante l’intimità porta spesso a una contrazione muscolare involontaria e al fallimento della penetrazione.
3. Cause relazionali
Le dinamiche di coppia possono influire significativamente sullo sviluppo del vaginismo. Le cause relazionali sono spesso legate a problemi di comunicazione, intimità e fiducia all’interno della relazione. Tra le principali cause relazionali troviamo:
- Problemi di comunicazione con il partner: la difficoltà di comunicare apertamente i propri desideri, paure o disagi legati alla sessualità può portare a una mancanza di intimità e comprensione nella coppia, aumentando il rischio di vaginismo.
- Relazioni conflittuali o mancanza di intimità emotiva: le tensioni e i conflitti non risolti nella relazione possono contribuire a un’esperienza sessuale negativa, dove l’assenza di connessione emotiva e fisica con il partner diventa un fattore scatenante per la contrazione muscolare vaginale. La mancanza di fiducia o di intimità emotiva può generare ansia e stress, alimentando ulteriormente il disturbo.
Il vaginismo è una condizione multifattoriale, che può avere radici in una combinazione di fattori fisici, psicologici e relazionali. La diagnosi e il trattamento devono quindi considerare tutte queste dimensioni.
Come si diagnostica il vaginismo?
La diagnosi di vaginismo richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge figure professionali diverse, come ginecologi, ostetriche/fisioterapiste e psicoterapeuti. Un percorso diagnostico completo e accurato è essenziale per comprendere la complessità di questa condizione e fornire il trattamento più adatto.
- Anamnesi dettagliata: il primo passo è raccogliere una storia medica e sessuale completa della paziente. Questo permette di comprendere meglio la relazione tra sintomi e contesto, oltre a capire le cause potenziali, come esperienze traumatiche, abusi, o altre problematiche psicologiche che potrebbero influenzare la risposta sessuale e causare il vaginismo. La storia sessuale aiuta a individuare eventuali sintomi specifici legati alla penetrazione dolorosa o altre disfunzioni sessuali.
- Esame ginecologico delicato: l’esame ginecologico deve essere condotto in modo delicato, con tecniche che minimizzano il disagio. Spesso, si usano metodi di esplorazione più morbidi, evitando ad esempio l’utilizzo dello speculum e preferendo invece tecniche di rilassamento per valutare lo stato dei muscoli vaginali e l’eventuale presenza di spasmi.
- Valutazione psicologica: poiché il vaginismo è spesso legato a fattori psicologici, come paure, ansie o traumi, la valutazione psicologica è fondamentale. Psicoterapeuti specializzati in sessuologia possono esplorare eventuali disturbi psicologici che contribuiscono alla tensione muscolare e alla difficoltà nella penetrazione. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno degli approcci utilizzati per affrontare le problematiche psicologiche sottostanti.
Una diagnosi precoce è fondamentale per prevenire l’esacerbazione dei sintomi e permettere l’avvio di un trattamento mirato e integrato. È altresì importante che la diagnosi sia differenziale, poiché i problemi e le difficoltà che si riscontrano durante i rapporti possono avere diverse cause, come ad esempio:
- Infezioni ricorrenti: le infezioni vaginali, come la candida o le cistiti sono comuni fattori che possono contribuire allo sviluppo della dispareunia. Queste condizioni causano dolore e disagio durante il rapporto sessuale, inducendo involontariamente la contrazione dei muscoli vaginali come risposta al dolore.
- Traumi o interventi chirurgici nella zona pelvica: interventi chirurgici come l’isterectomia o traumi fisici legati al parto possono danneggiare i muscoli del pavimento pelvico o alterare la funzionalità della zona vaginale, contribuendo a una contrazione involontaria dei muscoli vaginali.
- Dolore cronico associato ad altre condizioni: malattie come la vulvodinia e l’endometriosi, che causa dolore pelvico cronico, possono essere alla base del dolore alla penetrazione. Il dolore persistente in queste condizioni induce una risposta di difesa fisiologica che può portare a una contrazione muscolare involontaria durante la penetrazione.
Per concludere, è bene affidarsi ai giusti professionisti per indagare la sintomatologia e arrivare ad una diagnosi corretta. Questo perché, se non trattato, il vaginismo può portare a un circolo vizioso di evitamento e ansia, che rende più difficile la gestione della condizione.
Trattamenti per il vaginismo
Il vaginismo è una condizione trattabile che può essere superata attraverso un trattamento integrato, che combina approcci fisioterapici, psicologici e educativi. Gli interventi più efficaci includono:
- Riabilitazione del pavimento pelvico
- Terapia psicologica
- Terapia farmacologica
Vediamoli in modo approfondito di seguito.
Riabilitazione perineale
Il trattamento riabilitativo del pavimento pelvico, che deve essere preceduto da una valutazione funzionale, viene adattato alla condizione specifica della paziente. Si articola in tre fasi principali:
- Presa di coscienza e controllo dell’attività del pavimento pelvico (sia spontanea che volontaria).
- Correzione degli squilibri muscolari.
- Recupero della funzione sessuale.
Ogni fase prevede tecniche mirate, che possono variare in base ai progressi della paziente. In alcuni casi, l’approccio alla zona genitale è modificato per ridurre l’imbarazzo e favorire il comfort. Ad esempio la riabilitazione può non prevedere inizialmente la valutazione vaginale; in queste prime fasi, si utilizzano tecniche esterne per migliorare la consapevolezza muscolare del pavimento pelvico e per ridurre la paura della penetrazione.
Esistono poi delle tecniche terapeutiche mirate, utili a migliorare la condizione delle pazienti. Ecco le principali:
Tecniche terapeutiche
Tra le tecniche utilizzate dal riabilitatore, si trovano il biofeedback elettromiografico, che aiuta la paziente a monitorare l’attività muscolare pelvica, e il rilascio miofasciale, utili per favorire il rilassamento muscolare e migliorare la consapevolezza corporea. I dilatatori vaginali sono strumenti che permettono la dilatazione progressiva del canale vaginale, riducendo la tensione muscolare e migliorando la risposta fisiologica. Vengono usati inizialmente dal riabilitatore e poi autonomamente dalla paziente, per abituare i muscoli vaginali alla penetrazione.
Trattamenti domiciliari e autotrattamento
In aggiunta alle sedute fisioterapiche, la paziente è incoraggiata a eseguire esercizi a casa, come quelli per la conoscenza e il rilassamento del pavimento pelvico. Tecniche di stretching, automassaggio e l’utilizzo dei dilatatori vaginali possono essere riproposte autonomamente, seguendo le indicazioni del terapista. È importante che la terapia domiciliare sia adattata alla condizione specifica della paziente per garantirne l’efficacia.
Modifiche comportamentali e stile di vita
Nel caso di vaginismo secondario, può essere utile identificare e correggere fattori di rischio come infezioni o abitudini che sostengono lo stato infiammatorio e la tensione muscolare. Abitudini come una detersione eccessiva o l’utilizzo di indumenti troppo stretti possono essere modificati per favorire il recupero.
Il rapporto riabilitatrice-paziente
Il trattamento del vaginismo richiede un approccio empatico e comprensivo. l’ostetrica o la fisioterapista devono saper affrontare con sensibilità la sofferenza della paziente, rispettando i suoi tempi e le sue necessità. L’atteggiamento positivo e rassicurante è fondamentale per il successo terapeutico, soprattutto nei casi in cui la paziente abbia vissuto difficoltà emotive legate alla sua condizione.
Terapia psicologica
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è una delle opzioni più comuni per trattare il vaginismo. Essa aiuta a identificare e modificare i pensieri disfunzionali e le paure legate alla sessualità. Inoltre, la terapia può includere tecniche per affrontare traumi pregressi, come l’abuso sessuale, che possono essere alla base del disturbo.
Può servire approfondire anche aspetti legati all’educazione sessuale; un’educazione adeguata riguardo la sessualità può ridurre la paura del dolore e favorire una maggiore consapevolezza corporea. L’educazione sessuale aiuta la paziente a comprendere meglio le proprie risposte fisiologiche e psicologiche, riducendo ansie e malintesi.
Inoltre, quando il vaginismo è legato a problematiche relazionali, come una comunicazione inefficace o conflitti emotivi, la terapia di coppia può essere molto utile. Questo tipo di intervento aiuta a migliorare la comunicazione tra i partner e rafforza l’intimità emotiva, contribuendo a ridurre la paura e l’ansia legate al sesso.
Terapia farmacologica
In alcuni casi, la terapia farmacologica può essere un’opzione necessaria per affrontare il vaginismo. Il trattamento farmacologico può intervenire su diversi aspetti del disturbo, favorendo il processo di recupero e riabilitazione.
Modulazione dell’ansia e della fobia
Alcuni farmaci sono utilizzati per ridurre l’ansia e la fobia associata al vaginismo, agendo sul sistema nervoso centrale per diminuire l’iperattività cerebrale agli stimoli ansiogeni e favorire il rilassamento.
Azione miorilassante
Farmaci miorilassanti possono essere prescritti per ridurre l’ipertono muscolare, facilitando il rilassamento della muscolatura pelvica e supportando così il percorso riabilitativo. In casi di vaginismo grave, può essere presa in considerazione l’iniezione di tossina botulinica per rilassare la muscolatura pelvica in modo più mirato.
Automassaggi e stretching muscolare
Quando la contrazione muscolare è di entità modesta, tecniche di automassaggio con gel a base di aliamidi o olio di iperico, insieme allo stretching mirato del muscolo elevatore, possono risultare utili per rilassare la muscolatura e ridurre la tensione.
Per concludere è bene ricordare che nella maggior parte dei casi il vaginismo può essere trattato con successo senza la necessità di interventi chirurgici, grazie all’adozione di un approccio terapeutico personalizzato che integra diversi strumenti e tecniche.
Affrontare il vaginismo per ritrovare il benessere
Il vaginismo non è una condizione permanente. Con il giusto supporto e trattamento, è possibile superare il dolore e migliorare la propria qualità di vita intima, fino alla guarigione. Se sospetti di soffrire di vaginismo, non ignorare i sintomi ma attivati per iniziare un percorso di cura personalizzato.
Affrontare questa condizione richiede competenze specifiche: il Centro Salute Pelvi offre un approccio multidisciplinare che combina fisioterapia, psicoterapia e supporto medico per trattare il vaginismo in modo efficace.
Contattaci per una consulenza e inizia il tuo percorso verso una vita sessuale serena e appagante.
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